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TEATRO.ORG "MASANIELLO"NOTEVOLI LE MUSICHE DI PATRIZIO MARRONE |
NOTEVOLI LE MUSICHE DI PATRIZIO MARRONE
Dalla penna di Tato Russo, rinasce Tommaso D’Amalfi, ovvero Masaniello, il biondo pescivendolo di 27 anni vissuto al tempo della dominazione spagnola a Napoli e che armatosi di coraggio, si erse a capopopolo per dare inizio nel giugno del 1647 alla storica rivolta per l’abolizione della gabella sulla frutta, imposta dal Viceré, duca d’Arcos. Quasi 45 anni fa, precisamente nel 1963, debuttò al Sistina di Roma un dramma storico sulla figura di Masaniello, intitolato appunto “Tommaso d’Amalfi”, scritto da Eduardo De Filippo ed interpretato dal sanguigno Domenico Modugno (che si trova nella Cantata dei Giorni Dispari di E. De Filippo). Masaniello torna a Roma in versione melodrammatica nei panni del tenore partenopeo Antonio Murro e quel che Russo delinea nella figura del famoso capopopolo, è la malinconia di fondo, cantata nei due atti del musical magistralmente interpretato da un cast di 50 attori, che sfilano in costume d’epoca, evocando il sogno di libertà caro agli uomini di ogni epoca. La storia narrata da Russo attraverso i suoi attori, è un percorso a ritroso che inizia con la campana della chiesa del Carmine che annuncia il funerale dell’ardito pescivendolo, colpito a tradimento con quattro colpi d’archibugio da due uomini al servizio di Roderigo Ponze de Leon, duca d’Arcos. L’alternarsi dei quadri ambientati in piazza Mercato, al castello del Vicerè, nella casa di Masaniello, in spiaggia e nella chiesa del Carmine, sono il frutto di una collaborazione tra Tato Russo e Tonino Di Ronza, che ha tradotto la miseria del popolo napoletano da una parte e la ricchezza dei Vicerè dall’altra. Gli unici abiti sfarzosi indossati da Masaniello e Bernardina infatti, sono quelli che i nobili cedono alla coppia di giovani pezzenti per salire al Castello e scendere a patti. Ma questo compromesso non avverrà mai e la libertà, resterà solo un sogno per il giovane pescivendolo che concentra la rivolta in dieci giorni, incendiando i casolari dei gabellieri e tagliando teste, nel tentativo di placare la sua sete di giustizia. Notevoli le musiche di Patrizio Marrone e le doti vocali di Bernardina (Arianna) e degli altri attori che hanno interpretato Marco Vitale, il duca Maddaloni, la madre di Masaniello. E’ stato un piacevole salto nel passato, un passato da ricordare per le gesta di un uomo coraggioso, allegro, disinteressato, leale, spesso saggio ma anche ignorante, superstizioso, devoto al re di Spagna e spaccone… che lottò per la libertà del suo popolo. Roma, Quirino, 4 marzo 2009 |
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