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ROMA" APPLAUSI AL DUO GARBERINI-FALASCA, NELL'INTERPRETAZIONE DI PATRIZIO MARRONE |
Successo del Duo "Garberini-Falasca, nell'interpretazione della sonata di Patrizio Marrone
APPLAUSI PER L’ESIBIZIONE DI PATRIZIO MARRONE “NapoliNova”, successo dell’iniziativa musicale di Massimo Lo Iacono NAPOLI. Il festoso applauso a Patrizio Marrone (nella foto) al termine del bis di parte del suo pezzo eseguito in conclusione dell’ultimo concerto di “NapoliNova” all’Archeologico è stato il segnale pregnante di un successo pieno, che l’iniziativa di Alfredo De Pascale ed il concerto in sé, protagonista il duo Fabrizio Falasco-Umberto Garberini, hanno pienamente meritato. L’iniziativa è stata dapprima una delle tante proposte interessanti del denso dicembre 2010 con il primo concerto dedicato alla produzione napoletana per clavicembalo, solista Enza Caiazza, poi il 26 dicembre di maggiore attrazione ed eco si è rivelato il recital di Gianluigi Giglio, unica occasione musicale per quel pomeriggio forse, con antica chitarra napoletana, dedicato alla produzione napoletana per questo strumento con la presentazione di pezzi sconosciuti quasi a tutti. Infine, il concerto del 2 gennaio è stato l’unico offerto a napoletani e turisti nella prima domenica dell’anno nuovo: ed i turisti erano tanti. Nella pausa a sorpresa forse tra marmi farnesiani ed altre meraviglie ineguagliabili hanno goduto di un suggestivo recital iniziato con una canora esecuzione dell’op.78 n.1 di Brahms ormai sempre più familiare a noi per le frequenti esecuzioni. Felice fraseggio del violinista, rigore limpido del pianista, buona metaforica conversazione tra i due, tanta leggerezza ad inizio concerto un po’di enfasi nel bis. E la sonata sembra molto più immediata quando è cantata così e la musica di Brahms più cordiale. Sulla scia di questo slancio è stata eseguita la sonata di Rota, che per quasi tutti è solo autore di musica per film e della “Pappa col pomodoro” per il “Gianburrasca” con Rita Pavone. Il pezzo sconosciuto ai più è stata del pari proposta con finezza e garbo, convincendoci anche in questo piccolo episodio dell’aspetto gradevole di tanta produzione elegante del Novecento che sapienti e colti solisti stanno opportunamente riproponendo con bravura e consapevolezza. Ed in quest’ottica va collocata anche l’esecuzione dell’“Adagio ed Allegro” di Marrone che è tanto piaciuta: un pezzo originariamente per viola molto ben trasposto per violino, conquistando il pubblico pienamente solisti ed autore. I limiti di acustica del sala, un po’ per l’abitudine subentrata nei molti habitues ed un po’per l’entusiasmo dei nuovi ascoltatori e dei turisti, la si percepisce sempre meno. |
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